(cod. R281)
A cura del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Con:
Leopoldo Repola, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Francesca Nicolais, Dipartimento di Scienze Formative, Psicologiche e della Comunicazione, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Nel nostro lavoro utilizziamo una combinazione di arte e nuove tecnologie per valorizzare il patrimonio e per favorire una fruizione ampia, in termini di esperienza dello stesso e allo stesso tempo sostenibile dei luoghi della cultura. La nostra visione progettuale è spinta da un senso di urgenza. Se da un lato puntiamo a svelare, mediante le tecnologie, beni “nascosti” e inibiti per mostrarli e permetterne la comprensione ad un numero maggiore di persone dall’altro siamo consapevoli che il turismo di massa, così come lo abbiamo sperimentato prima della pandemia, le catastrofi del cambiamento climatico e i disastri naturali minacciano di inghiottire luoghi che amiamo e che meritano di essere conosciuti da tutto il mondo. Il digitale allora, mai slegato dalla comprensione e narrazione del bene, diventa nella nostra ricerca e pratica, uno strumento in grado di “ampliare” e al contempo proteggere i beni culturali per far si che diventino intellegibili anche alle nuove generazioni. “La tradizione non può essere posseduta deve essere reinventata e riscoperta da ogni generazione” Sarah Kenderdine.
L’attività si inserisce nel tema proposto dal Suor Orsola Beninicasa riguardante i Beni mutanti come patrimonio culturale in transizione, a cura di Paola Villani e Gennaro Carillo. I beni culturali possono trasformarsi in SPAZI DI ATTIVAZIONE e TRANSIZIONE. Ogni oggetto, ogni luogo è un network di relazioni (expanded stories to expanded audiences) e necessita nuovi modelli di rappresentazione. Il bene culturale deve oggi considerarsi una PIATTAFORMA la cui porosità è importante. Siamo in un tempo in cui bisogna ripensare nuovi formati e nuove formule per beni culturali ubiqui e in bilico tra una visita che mai comincia e mai finisce. Dall’emergenza covid, dalle catastrofi del cambiamento climatico, dalla consapevolezza dei rischi del turismo di massa può emergere un nuovo set di modelli di comunicazione dei beni culturali che offrano ai visitatori nuove scale di esperienza e multiple stories favorendo quella reinvenzione e riscoperta della tradizione che ogni generazione deve fare.
• Transizione dei Linguaggi
Scuola Secondaria di Secondo Grado, Specialisti