(cod. R282)
A cura del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Con:
Pierluigi Leone de Castris, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Roberta Presta, Dipartimento di Scienze Formative, Psicologiche e della Comunicazione, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Pasquale Rossi, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
Chiara Scippa, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”
La Cappella di Santa Maria dei Pignatelli sorge proprio nel cuore del centro antico di Napoli, al Largo Corpo di Napoli, in piazzetta Nilo, allineata lungo il decumano inferiore della città greco-romana. Chiusa da tempo e sconosciuta ai più, è uno dei gioielli più rari della Napoli del Rinascimento e sorge là dove i nobili di Nido avevano il loro Seggio. Di origini trecentesche, fu ristrutturata fra il 1493 e il 1515 per volere di Ettore Pignatelli, futuro viceré di Sicilia. A partire dal 1736 la cappella assunse poi forme barocche, dotata di un nuovo altare progettato da Gaetano Buonocore e di una cupola a scodella affrescata nel 1772 da Fedele Fischetti. Più ancora forse dei monumenti rinascimentali, questa veste settecentesca ha tuttavia sofferto dei danni inferti dal tempo e dagli uomini. Nel corso degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, chiusa al culto e alla visita, utilizzata persino come deposito di sedie, ripetutamente vandalizzata dai furti e priva di ogni genere di manutenzione, la chiesa ha infatti subito un rapido degrado, con molti dei marmi rimossi o staccati e le pitture danneggiate dall’umidità e dai sali. All’inizio degli anni ’90 la cappella Pignatelli è stata donata con un gesto generoso dalla famiglia Pignatelli all’Università Suor Orsola Benincasa allo scopo di restituirla alla fruizione di tutti. Da quel momento in poi è iniziato un lungo e laborioso restauro dello stesso edificio e delle opere d’arte in esso contenute fino a trasformarla in quello che è oggi grazie anche al progetto “Remiam”, un progetto di visita culturale immersiva e interattiva che permette a esperti, appassionati e visitatori di conoscere la storia della cappella e del suo legame con la storia della città e della cittadella monastica del Suor Orsola Benincasa.
“Un luogo di animazione culturale, di confronto e di ricerca aperto a tutti: alla città, agli studiosi e ai turisti, perché il compito di un’università è proprio quello di mettere i suoi saperi e il suo patrimonio artistico e scientifico al servizio del territorio” – Lucio D’Alessandro, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”.
L’attività si inserisce nel tema proposto dal Suor Orsola Beninicasa riguardante i Beni mutanti come patrimonio culturale in transizione, a cura di Paola Villani e Gennaro Carillo. I beni culturali possono trasformarsi in SPAZI DI ATTIVAZIONE e TRANSIZIONE. Ogni oggetto, ogni luogo è un network di relazioni (expanded stories to expanded audiences) e necessita nuovi modelli di rappresentazione. Il bene culturale deve oggi considerarsi una PIATTAFORMA la cui porosità è importante. Siamo in un tempo in cui bisogna ripensare nuovi formati e nuove formule per beni culturali ubiqui e in bilico tra una visita che mai comincia e mai finisce. Dall’emergenza covid, dalle catastrofi del cambiamento climatico, dalla consapevolezza dei rischi del turismo di massa può emergere un nuovo set di modelli di comunicazione dei beni culturali che offrano ai visitatori nuove scale di esperienza e multiple stories favorendo quella reinvenzione e riscoperta della tradizione che ogni generazione deve fare.
• Transizione dei Linguaggi
Scuola Secondaria di Secondo Grado, Specialisti